Durante il processo che si concluse con la
sua condanna a morte Socrate si difese con orgoglio e sostenne di non essere
colpevole di nulla, anzi di aver agito sempre per il bene degli Ateniesi. L’autore
del brano, Senofonte, fu un allievo di Socrate e venerò sempre la memoria del
maestro.
Σωκράτης
δὲ
διὰ τὸ μεγαλύνειν ἑαυτὸν ἐν τῷ δικαστηρίῳ,
(che modo è? qui è accompagnato dall’articolo; quindi si
tratta di…)
(il pronome personale ha valore…)
φθόνον ἐπαγόμενος
ἔπεισε τοὺς δικαστάς
μᾶλλον καταψηφίσασθαι ἑαυτοῦ.
(controlla la costruzione del verbo)
Ἐμοὶ
μὲν οὖν δοκεῖ αὐτὸς
θεοφιλοῦς μοίρας τετυχηκέναι·
(controlla la costruzione del verbo)
τοῦ μὲν γὰρ βίου τὸ χαλεπώτατον ἀπέλιπε,
(osserva il rapporto
fra m¡n e d¡ ; come
è meglio renderli?)
τῶν δὲ θανάτων τοῦ εὐδαιμονεστάτου ἔτυχεν.
(controlla
la costruzione del verbo: quale dei due genitivi è retto dal verbo?)
Ἐπεδείξατο δὲ τῆς ψυχῆς τὴν ῥώμην·
ἐπεὶ γὰρ ἔγνω
αὐτῷ κρεῖττον εἶναι
τὸ τεθνάναι
ἢ τὸ ἔτι ζῆν,
(ἢ = quam in latino)
οὐδὲ
πρὸς τὸν θάνατον ἐμαλακίσατο,
ἀλλ’ἱλαρῶς
καὶ προσεδέχετο
αὐτὸν
(per
capire a chi si riferisce il pronome, cerca un termine dello stesso genere e
numero tra le parole precedenti; attenzione poi alla resa, perché in italiano
quella parola non presenta lo stesso genere del termine greco)
καὶ
ἐπετελέσατο.
Ἐγὼ
μὲν δὴ
κατανοῶν τήν τε σοφίαν τοῦ ἀνδρὸς καὶ τὴν γενναιότητα
οὔτε δύναμαι
(attenzione
alla disposizione delle negazioni)
μὴ θαυμάζειν αὐτὸν
οὔτε
θαυμάζων
οὐκ
δύναμαι
μὴ ἐπαινεῖν.
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